Cos’è la Toxoplasmosi e come evitarla
Scopri tutto sulla toxoplasmosi, un parassita contrattabile da gatti (ospite definitivo) e altri animali come suini, bovini, cani, roditori, volatili e primati (ospiti intermedi), incluso l’uomo.
Ciclo di vita e modalità di contrazione
Il parassita presenta varie modalità di contrazione a seconda dell’ospite, sia intermedio che definitivo. L’infestazione può avvenire per via orale, sanguigna (tramite trasfusioni o trapianti) o transplacentare. Nell’ospite intermedio, il parassita penetra tramite ingestione di trachizoiti o bradizoiti, avviando un’infestazione extra-intestinale. Durante la fase acuta, i trachizoiti si diffondono attraverso il flusso sanguigno, infettando vari organi come cuore, fegato, cervello e placenta. Moltiplicandosi nei vacuoli parassitofori, essi danneggiano le cellule ospiti, rilasciando da 8 a 16 tachizoiti che infettano ulteriori tessuti.
In seguito, il parassita può mutare in bradizoiti e formare cisti tissutali, avviando una fase cronica di replicazione lenta. Durante questo periodo, sfrutta un abbassamento delle difese immunitarie dovuto a stress, malattie, terapie farmaceutiche o gravidanze, per poi mutare nuovamente in tachizoiti e riprendere una replicazione veloce.
L’ospite definitivo, come il gatto, si infetta ingerendo ospiti intermedi come uccelli, carne cruda o topi, che ospitano bradizoiti nei loro organi. Nei gatti, i bradizoiti si replicano nell’intestino, rilasciando numerose oocisti (uova del parassita) con le feci. Queste diventano infettanti dopo un periodo di sporulazione di 24 ore a 5 giorni, con condizioni ideali di umidità e temperatura. Il gatto elimina oocisti per circa 20 giorni dopo l’infestazione; successivamente, sviluppa anticorpi e i bradizoiti si incistano negli organi, conferendo immunità permanente e cessando l’eliminazione di oocisti.
Questo ciclo evidenzia le complesse dinamiche di interazione del parassita con gli ospiti, con implicazioni significative per la gestione e la prevenzione della malattia.
Funzioni del rene e sintomi della MRC
Il rene, uno degli “organi filtro” del corpo, filtra le tossine accumulate nelle cellule, inclusi molti farmaci, trasformandole in urina. In presenza di MRC, le tossine come creatinina e urea si accumulano nel sangue, causando azotemia o uremia. I sintomi più comuni della MRC includono:
- Dimagrimento progressivo: perdita di proteine attraverso le urine, con conseguente degrado delle riserve muscolari e di grasso.
- Aumento del consumo di acqua: un cane o un gatto dovrebbe bere circa 100 ml per kg di peso corporeo al giorno.
- Aumento della produzione di urina: il rene non riesce a riassorbire l’acqua, causando grandi quantità di urina.
- Disidratazione: conseguenza dell’aumento della produzione di urina.
- Alitosi: accumulo di tossine uremiche nel sangue, eliminato tramite la respirazione.
- Vomito e diarrea: spesso con tracce di sangue a causa delle tossine uremiche che danneggiano la mucosa gastrointestinale.
- Ulcere buccali e stomatiti: infiammazioni del cavo orale.
- Anemia: pallore delle mucose dovuto alla mancata produzione di eritropoietina, un ormone prodotto dal rene.
Se il gatto:
- vive sempre all’interno dell’appartamento,
- mangia abitualmente cibo industriale (scatolette e/o croccantini),
- non è mai stato cibato con carne cruda, o prodotti a base di carne cruda o salumi (prosciutto crudo, bresaola, …)
la possibilità di contrarre o diffondere la toxoplasmosi è quasi trascurabile.
Detto ciò, la malattia, o meglio il parassita può essere contratto dall’uomo in altri modi:
- mangiando carne contaminata cruda o non cotta bene,
- mangiando cibi crudi, frutta non lavata bene o verdure che sono state contaminate dal concime, in quanto le oocisti mature possono rimanere contagiose per mesi.
Bisogna ricordare che l’infezione non si trasmette da persona a persona, tranne in caso di gravidanza o di organi donati per trapianto o trasfusioni di sangue.
Prevenzione della Toxoplasmosi
Non è necessario separarsi dal gatto domestico per prevenire la toxoplasmosi. Segui questi consigli utili:
- Cucina bene la carne prima di consumarla.
- Dopo aver maneggiato cibi crudi o verdure non lavate, lava sempre le mani con acqua e sapone.
- Lava accuratamente frutta e verdura prima di consumarle, o sbucciale per maggiore sicurezza.
- Congela la carne per alcuni giorni prima di cucinarla per ridurre il rischio di toxoplasmosi.
- Pulisci attentamente taglieri, utensili e superfici che sono entrati in contatto con carne cruda, usando acqua calda e sapone.
- Durante la gravidanza, evita di cambiare la lettiera del gatto; se necessario, indossa guanti e lavati bene le mani dopo.
- Mantieni il gatto all’interno, evitando così il contatto con possibili fonti di infezione esterna.
- Copri e mantieni pulita la sabbiera del gatto all’aperto per evitare che altri animali la usino.
- Non alimentare il gatto con carne cruda.
- Evita che il gatto entri in contatto con gatti randagi.
- Se pratichi il giardinaggio, usa i guanti e lava le mani subito dopo.
- Installa zanzariere per impedire l’ingresso di insetti che potrebbero trasportare oocisti.
- Evita di bere acqua non depurata, specialmente in viaggi verso paesi in via di sviluppo.
Toxoplasmosi in gravidanza
Quando una donna contrae la toxoplasmosi durante la gravidanza senza cure adeguate, può trasmettere l’infezione al feto. I bambini infettati nel primo trimestre hanno rischi più gravi. Le donne che hanno già avuto la toxoplasmosi prima della gravidanza sviluppano solitamente immunità. Tuttavia, alcune possono riscontrare una nuova infezione durante la gravidanza, specialmente se il loro sistema immunitario è compromesso. È consigliato di solito aspettare almeno 6 mesi dopo la toxoplasmosi prima di pianificare una gravidanza.
I bambini con toxoplasmosi congenita possono soffrire di disturbi neurologici gravi come attacchi epilettici, problemi motori, difficoltà nell’alimentazione, perdita dell’udito e ritardo mentale. C’è anche un rischio significativo di danni agli occhi, inclusi gravi problemi alla vista come la retina.
Per affrontare la toxoplasmosi, è cruciale mantenere un’igiene rigorosa e seguire i consigli di prevenzione raccomandati, anziché colpevolizzare il gatto.
A cura del medico veterinario Alfonso Frenda